Il disastro della machiavellica strategia D’Alema-Bersani
Gli storici meccanismi di cooptazione e l’approccio machiavellico alla politica che caratterizza l’attuale leadership del PD rischiano di condannare il maggior partito del centrosinistra ad una sconfitta epocale.
La continuità strategica e di visione dei tratti fondamentali del partito tra D’Alema e Bersani, fa si che ad una vittoria interna, largamente basata su accordi spartitori e logiche identitarie, corrisponda oggi il rischio dell’ennesima cocente sconfitta tra l’elettorato. Mentre i fattori di contesto e la scarsa credibilità della proposta del PD, diffusamente percepita come inadeguata alle sfide ed alla crisi fronteggiate dal Paese, rendono evidente anche a chi non volesse vederla la necessità di proseguire con affidabile continuità il ciclo di riforme avviato dal Governo Monti, l’ambiguità della linea dell’attuale segretario Bersani mette il PD all’angolo.
Invece di posizionare programmaticamente il partito coerentemente col responsabile approccio al Governo degli scorsi mesi, si teorizza una strampalata visione di lotta e di governo. Coerente con il peso dato all’alleanza con Vendola e con le sue intemperanze antimontiane.
Cosicché il partito si incarta in una posizione di opposizione rispetto ad un percorso ineludibile, regalando il sostegno alla continuità rispetto al grande ciclo riformista di Monti ad altre forze politiche. Che in questo modo godono anche del riverbero della grande credibilità personale del Presidente del Consiglio.
Un clamoroso errore politico, che solo le primarie, a questo punto, potranno forse evitare.